La guerra dei dazi e la pazza corsa del prezzo dell'oro

09.04.2018

Donald Trump impone imposte doganali ai prodotti cinesi e Pechino risponde alzando il tiro. Conseguenza: panico nei mercati finanziari e impennata dell'oro.

Il ministero per il commercio cinese ha risposto ai dazi imposti dall'amministrazione americana sulle importazioni da Pechino con l'imposizione di tasse su 128 prodotti made in USA, legati all'allevamento ed all'agricoltura, come per esempio carne di maiale e frutta. La mossa cinese sulle importazioni dagli Stati Uniti vale 3 miliardi di dollari, che per ora copre soltanto una parte dei quasi 60 miliardi di dazi che graveranno sul Made in China che viaggerà verso gli States. Una guerra politica tra le due più importanti potenze economiche del mondo che ha rilevanti ricadute sui mercati finanziari, in ribasso, e sull'oro, schizzato di oltre un punto e mezzo percentuale, sfiorando i 1.350 dollari ad oncia nei primi giorni di aprile.

In che modo la guerra tra i giganti del mondo può interessare il piccolo risparmiatore italiano? "Quando la valuta Usa si rafforza, i mercati finanziari si calmano e il prezzo dell'oro si stabilizza verso valori più bassi - spiega Maurizio Spoldi, CEO di DSC - quando le tensioni politiche indeboliscono il dollaro e quindi l'economia USA, l'oro aumenta il suo valore. Sono dinamiche macroecnomiche. Il nostro consiglio è di acquistare l'oro, sempre, specialmente quando il valore sembra calare, perché si tratta di un bene rifugio che sul lungo periodo non teme guerre né conflitti economici finanziari anzi, diventa la "valuta" madre".

Se si analizzano i grafici con gli andamenti delle quotazioni dell'oro nelle ultime 3 settimane se ne ha conferma. "L'approccio corretto all'investimento in oro, così come a quello in diamanti - sottolinea Spoldi - deve essere prudenziale. E non bisogna mai farsi influenzare dal cosiddetto sentiment dei mercati finanziari, ma controllare, con l'aiuto di consulenti fidati, l'andamento del proprio capitale investito".